Cronache mondane | Ballo a palazzo Caetani


9 febbraio 1875

Carnevale pure quest’anno è arrivato e già attendo la Quaresima come una liberazione. Siamo immersi nei balli fino al collo. Ogni sera un giro di valzer: oggi dalla Contessa, domani dalla Marchesa; Duchessa di qua, Madame di là, senza contare i balli in maschera a teatro, dall’Apollo al Politeama… e poi, che vogliamo scontentare proprio il Principe e la Principessa di Teano, con tanto di invito in carta stampata? Non sia mai! Tanto più che già si vocifera che il ballo a palazzo Caetani sarà memorabile, l’evento dell’anno sicuramente! La padrona di casa a momenti è uscita pazza per la fatica dei preparativi, le gelosie e i pettegolezzi piccanti che già da settimane giravano di bocca in bocca a pissi pissi. Il principe – a quanto pare – ha pazziato quando gli hanno presentato i conti.

Per partecipare, apprendiamo dall’invito, il costume è d’obbligo. Capirai, Gegè, che ama i travestimenti carnevaleschi e i “frizzi e lazzi” manco fosse ‘na criatura, non se lo fa ripetere due volte. Perciò per l’otto di febbraio il costume del conte da Francesco I, ordinato a Parigi, è bell’e pronto.

Giuseppe Primoli vestito da Francesco I
Giuseppe Primoli vestito da Francesco I

Ospiti d’onore della festa in maschera niente meno che il Principe e la Principessa di Piemonte, che si fecero pure loro un bel costume, impersonando i loro avi: il principe Umberto appare nelle vesti del re Emanuele Filiberto, bello come Giove nella sua corazza d’oro, e la principessa in quelli della regina Margherita di Francia, vestita di rugiada e di luce, leggera che pareva una libellula! Pure gli altri invitati hanno schifato il secolo nostro XIX e paiono usciti dai quadri di famiglia: chi teneva l’antenato famoso s’era ispirato al suo ritratto per acconciarsi il costume e qualcuno era andato a scippare pure le armi d’epoca dai bauli dei cimeli.

Altri che tenevano meno antenati celebri e più fantasia si erano buttati sul classico: lì un’antica romana, qui un Cesare Borgia, anzi due, là una Caterina de’ Medici e gli immancabili tre moschettieri: Aramis, Athos e d’Artagnan. Quanto a Porthos, è rimasto ubriaco sotto la tavola. Ca vulete fa’, ‘sti nobili prendono gusto accussì. Alcuni vengono mascherati in duetto, che poi devono stare tutta la sera azzeccati sennò nessuno capisce più da cosa sono vestiti: “la Notte dei Sogni e la Notte degli Incubi”, “il Fuoco e la Neve”; “il Mago e sua moglie”, “il Diavolo rosso e il Diavolo blu” – l’Angelo invece non fa coppia con nessuno – “la Dama di Picche e la Dama di Quadri”. Manca ufficialmente all’appello la Dama di Cuori. Eppure essa c’era, almeno per il mio conte: tra tante bellezze egli non ha avuto occhi che per lei, la principessa di Venosa, bella come Venere “nata dall’onda amara”, che neanche la Regina di Granada, con tutti i suoi smeraldi, poteva tenerle testa. Per avere una rappresentanza un po’ poetica del nostro secolo, la cui caratteristica, secondo Gegè, è non averne, bisogna cercarla tra le contadine romane. E non ce sta niente ‘a fa, pe’ me la maschera da contadina vince su tutte, pure sulla graziosa farfalla che svolazza da una sala all’altra, che già di suo, si sa, la donna è mobile… A concludere il quadro c’era pure il tocco esotico: una cinese e una tribù di arabi, con tanto di Sultana e di soldati giannizzeri. Il conte, che tiene la fissazione delle fotografie, tanto fece e tanto pregò che tutti gli invitati gli invieranno una propria foto in costume, come souvenir dello splendido evento, che custodirà gelosamente insieme alla sua. Ora, tutta questa allegra compagnia è andata avanti tra balli e brindisi fino a notte inoltrata e il conte non ha voluto ritirarsi prima dell’ultimo cotillon. Io e gli altri cocchieri, nella lunga attesa, ci siamo tenuti allegri come potevamo, alzando i nostri boccali alla salute del principe di Teano e della sua consorte.

Per fortuna che il cavallo è ben addestrato e ravvisa da solo la strada di casa…

Sono gli ultimi giorni per approfondire l’evoluzione di Roma attraverso le foto del conte Primoli, e non solo. La mostra Roma. Nascita di una capitale 1870-1915 ospitata dal Museo di Roma termina la prossima domenica, 26 settembre 2021.