CONCORSO MACRO 2%: Arthur Duff & Nathalie Junod Ponsard


MACRO – Museo d’Arte Contemporanea di Roma – ha presentato stamattina le due opere permanenti vincitrici del concorso internazionale MACRO2%: Arthur Duff con Rope e Nathalie Junod Ponsard con Orizzonte Galleggiante.
Sono inoltre state presentate le nuove mostre di Beatrice Pediconi e Roberto De Paolis – No Trace; Howard Schatz, New York Shots e il nuovo allestimento della grande sala Enel con le opere di Arcangelo Sassolino, Ernesto Neto e l’intervento di Dan Perjovschi (QUI alcune foto).

Arthur Duff (Wiesbaden, Germania, 1973) e Nathalie Junod Ponsard (Compiegne, Francia, 1961), sfruttando le potenzialità della luce, tema del concorso, offrono al Museo e ai suoi visitatori due opere d’arte pubblica: nuovi modi per fruire gli spazi, trasformando anche le zone di passaggio in luoghi per l’incontro tra pubblico e arte contemporanea.
Il concorso internazionale MACRO 2%, finalizzato alla realizzazione di due opere permanenti per la nuova ala del Museo, fa riferimento alla legge 717 del 29 Luglio 1949 (conosciuta come “legge del 2%”) per cui: “le Amministrazioni dello Stato […] e tutti gli altri Enti pubblici, che provvedano all’esecuzione di nuove costruzioni di edifici pubblici […] devono destinare all’abbellimento di essi mediante opere d’arte una quota non inferiore al 2 per cento della spesa totale prevista nel progetto”.
Su indicazione dell’Architetto Odile Decq, il bando di concorso ha richiesto che le opere proposte fossero destinate a due zone di passaggio all’interno della nuova area espositiva, che tali opere fossero realizzate in armonia con lo stile architettonico della nuova struttura e che avessero come soggetto la “luce” – “si richiede un intervento di, dalla e sulla luce”.
I luoghi individuati sono stati il vano ascensori, al primo livello interrato del MACRO – “zona di passaggio dall’ombra del parcheggio alla luce del foyer” – e la scala che collega Via Nizza con la grande terrazza del museo – “area che indica riparo dallo spazio, progressione dalla strada all’apertura sulla terrazza”.
L’importo complessivo destinato alla realizzazione delle due opere è stato di € 405.233,12.

L’opera di Arthur Duff, Rope, è costituita da un’installazione neon di colore rosso situata nei vani antincendio del parcheggio e si completa con una proiezione laser sul fondo degli ascensori vetrati, visibile solo quando sono in movimento. Il progetto mette in comunicazione i diversi livelli del museo unendo il parcheggio, il foyer, il primo piano e il grande terrazzo in una azione continua tra neon, laser, e movimento, per “connettere, risolvere e far interagire dinamiche architettoniche estremamente dissonanti tra loro”.
La scritta a neon è una citazione ripresa dalla prima pagina della sceneggiatura del film Rope (Nodo alla gola) di Alfred Hitchcock: “The action of the story is continuous; there are no time lapses of any kind (L’azione della storia è continua; non ci sono scarti temporali di alcun tipo)”, un messaggio che anticipa l’esperienza del pubblico una volta entrato negli ascensori vetrati: la continuità percettiva e la dialettica tra osservatore e osservato. All’interno degli ascensori vetrati i visitatori diventeranno inconsapevolmente parte attiva dell’opera, osservando lo spazio da una posizione unica, ma allo stesso tempo essendo loro stessi osservati da chi, già all’interno del Museo, leggerà una nuova scritta proiettata sul fondo degli ascensori: “Cat and rat cat and rat only who is the cat and who is the rat”, altra citazione del film di Hitchcock. Il visitatore quindi, nell’accedere al museo e nel percorrere gli spazi attraverso queste sequenze di racconto, vive attraverso le luci fisse dei neon una storia la cui azione è continua e senza interruzioni e di cui il laser lo fa diventare oggetto e soggetto in una sorta di delirante e imprevedibile inseguimento tra gatto e topo.

Il lavoro di Nathalie Junod Ponsard, Orizzonte Galleggiante, è un’installazione led realizzata nel vano della scalinata che collega direttamente lo spazio esterno del nuovo MACRO alla grande terrazza. L’artista ha creato un orizzonte luminoso composto da led colorati che accompagna simbolicamente i visitatori attraverso l’architettura, trasformando questo insolito spazio in un percorso dalla cromia intensa e variabile, e contrapponendo lo slancio e i tagli arditi dell’architetto all’orizzontalità di una natura artificiale ma allo stesso tempo viva e mobile. Lo spazio concluso della scalinata del Museo si trasforma così in un ideale paesaggio aperto, in cui la luce varia continuamente definendo atmosfere dinamiche ed equilibri mutevoli.
L’orizzonte della Ponsard colora le grandi pareti bianche della scalinata in maniera sempre diversa con tonalità che vanno dal rosso al ciano, dall’arancione al blu indaco e del giallo al blu scuro. La mutevole e fluttuante luce creata dall’installazione aumenta di intensità con il reale calare del sole, avvolgendo lo spazio e portando idealmente i visitatori che attraversano l’architettura di Odile Decq in un luogo altro.
L’artista descrive così la sua ricerca per Orizzonte Galleggiante: “La linea d’orizzonte scende o sale, è come un livello proposto dentro lo spazio della scalinata. Il museo offre livelli luminosi variabili che fanno perdere al visitatore i suoi riferimenti di altitudine mentre sale o scende la scalinata. Questo orizzonte si sposta come se il MACRO portasse i visitatori in un altro luogo, in un movimento verticale e luminoso che avvolge il pubblico e il passante non sa più se sale o scende perché i campi luminosi ondeggiano, mutevoli e fluttuanti. Lo spazio della scala si reinventa continuamente, non offre alcun orientamento, ma al contrario determina una nuova dimensione del luogo… Il colore dell’orizzonte varia, ricorda il tramonto, ma anche il sole quando sale allo zenit. I colori luminosi sono complementari, determinano una potenza visiva. Il muro si sposta nella sua verticalità, lo spazio cambia. La dimensione laterale e mobile dell’opera di luce, procurando una certa instabilità, crea una decontestualizzazione del luogo”.