Il cibo nei musei: nutrimento del corpo e dell’anima | #6GradiMiC
Anche Musei in Comune aderisce all’#annodelciboitaliano: la campagna social tutta incentrata su alimenti e piatti d’autore nei musei italiani organizzata e lanciata dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, insieme al Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali. Il nostro appuntamento mensile dei #6GradiMiC a gennaio 2018 è pertanto dedicato al cibo come nutrimento del corpo e nel suo significato immateriale.
Si parte dal cibo immaginario. Nel tempo senza memoria di de Chirico convivono oggetti che potrebbero appartenere a qualsiasi epoca e anche un biscotto assume un significato misterioso e indecifrabile.
Primo grado: dal cibo immaginato al nutrimento reale: procurarsi il cibo…
Gli animali si procurano il necessario per vivere anche ricorrendo alla violenza, che dunque non è mai fine a se stessa.
Secondo grado: dalla terra all’acqua, dalla necessità alla rappresentazione…
Non di solo pane vive l’uomo, il cibo diventa molto presto soggetto da riprodurre acquistando un valore ulteriore rispetto alla stretta sopravvivenza.
Terzo grado: dagli animali all’uomo: il cibo arriva in tavola…
L’uomo aggiunge alla semplice funzione del cibo come nutrimento il suo aspetto conviviale. Così si consumava il cibo a Roma nell’Ottocento e poi nel Novecento.
Quarto grado: dalla condivisione all’intimo: il piacere del cibo…
Sembra di sentire il profumo di quel melone osservando il gesto e l’espressione del viso di questo elegante giovane del XVII secolo.
Quinto grado: dal gustare all’eccedere: il cibo come oblio…
Da sempre l’uso del cibo non si limita a scopi di sopravvivenza. Come il prodotto dell’uva, il vino, che in questo fauno è simbolo dell’ebbrezza e della liberazione dei sensi.
Sesto e ultimo grado: dall’eccesso all’equilibro: il cibo ideale…
Nell’opera di Francesco Trombadori la rappresentazione rende il cibo astratto nonostante l’aspetto del tutto realistico.
Buon appetito!