Da una porcellana policroma al Galata Morente in #6GradiMiC


La settimana scorsa abbiamo dato il via a una nuova iniziativa dei Musei in Comune Roma: un racconto in immagini e parole del ricco e inimitabile patrimonio artistico contenuto nei nostri musei in sei gradi. Ci siamo lasciati ispirare dalla trasmissione SEI GRADI di Radio3 Rai e dalla nota teoria formulata dallo scrittore ungherese Frigyes Karinthy dei “Sei gradi di separazione”, secondo la quale tutte le persone o le cose del mondo sono collegate tra loro attraverso sei passaggi intermedi. In passato un gioco simile (#seiquadridiseparazione) era stato sperimentato anche nella Galleria Nazionale grazie all’impegno poliedrico di Antonella Sbrilli.
Cosa unisce una porcellana policroma al Galata Morente dei Musei Capitolini? Scopritelo dunque con #6GradiMiC!

Dal 500 capitale settentrionale dello Stato Pontificio, Bologna ha svolto un ruolo fondamentale nella storia d’Italia, negli anni del Risorgimento e, nella seconda guerra mondiale, durante la Resistenza. Nella foto il Cane Bolognese, porcellana dura policroma di manifattura di Meissen, ospitato nella Collezione Francesco Cini dei Musei Capitolini.

Primo grado: Di Capitale in Capitale…

Napoli, città tra le più importanti e grandi d’Europa, con l’annessione al Regno d’Italia nel 1861 perse il suo status di capitale durato quasi sei secoli. Nella foto la “Veduta del Golfo di Napoli” di Giovan Battista Caretti nel Casino dei Principi dei Musei di Villa Torlonia.

Secondo grado: Napoli regno e regnanti…

Affascinante,  tranquilla, dignitosa sono solo alcune delle doti attribuite alla regina Giulia Clary, moglie di Giuseppe Bonaparte,  Re di Napoli e poi di Spagna. Benvoluta nelle corti e amata moltissimo da parigini e napoletani.  Nella foto “La Regina Giulia Clary con le due figlie Zenaide e Carlotta”, olio su tela di Jean-Baptiste Wicar del 1808 ospitato nel Museo Napoleonico.

Terzo grado: di Giulia in Giulia…

Giulia maggiore, figlia di Augusto e della prima moglie Scribonia, era molto amata dal padre, cosa che non le risparmiò di essere la prima esiliata celebre della storia di Ventotene.  Nella foto particolare della Processione sul lato meridionale con i flamines seguiti da Agrippa, il piccolo Gaio Cesare e una figura femminile identificata come Livia, o, più probabilmente Giulia, nel Museo dell’Ara Pacis. Rivivi la storia di Augusto e dell’Altare alla Pace da lui fatto erigere nel 9 a.C. con l’#ARAcomera, tutte le sere in 3D!

Quarto grado: di figlia in padre…

Eretto per celebrare la vittoria di Filippi nel 41 a.C sugli assassini di Cesare, Bruto e Cassio, il  Foro di Augusto accoglieva anche una statua dell’imperatore alta 14 metri, posta sul fondo del portico di sinistra. Nella foto un particolare del Foro d’Augusto visto dall’Arco dei Pantani. Il progetto Viaggio nei Fori racconta il Foro di Augusto e il Foro di Cesare partendo da pietre, frammenti e colonne presenti, con l’uso di tecnologie all’avanguardia. 2 storie,  2 percorsi, a cura di Piero Angela e Paco Lanciano.

Quinto Grado: da nonno a nipote…

Gaio e il fratello Lucio Cesare furono adottati nel 17 a.C. dal nonno materno, Augusto, che li nominò suoi eredi. Ambedue però morirono prima dell’imperatore: Gaio nel 4 d.C, in seguito a una ferita riportata combattendo in Armenia. Nella foto il Ritratto in bronzo di Caio Cesare di età augustea, ospitato nella Centrale Montemartini.

Sesto grado: a  proposito di morti violente…

Scudo, torques  al collo, nudità, ciocche dei capelli scompigliate e baffi. La ferita ben visibile indica la volontà di rendere il guerriero nell’ultimo istante di resistenza al dolore.  Nella foto il Galata Morente, copia romana di scultura ellenistica, ospitata nella Sala del Gladiatore dei Musei Capitolini.